Beata Vergine Addolorata, Solennità 15 settembre

Il culto della Beata Vergine Addolorata inizia a radicarsi alla fine dell’XI secolo, quando fioriscono anche le prime composizioni letterarie sul tema del Pianto della Vergine. Nel Duecento vedrà la luce la preghiera cantata dello “Stabat Mater”, attribuita al beato Jacopone da Todi (1230/1236 ‒1306), frate francescano.

Il culto dell’Addolorata trova da subito un ruolo centrale nella spiritualità dei Servi di Maria. Tale legame ha una data precisa: il 15 agosto 1233, quando sette amici fiorentini, mercanti di mestiere e poeti nel cuore, esprimendo la propria devozione a Maria davanti un’immagine dipinta su un muro lungo la strada, la videro animarsi d’improvviso, apparire addolorata e vestita a lutto per l’odio fratricida che al tempo lacerava la città di Firenze. Questi giovani decisero allora di cambiare per sempre la loro vita, rinunciando all’aggressività del momento storico, ritirandosi in preghiera sul Monte Senario e fondando lì il Sacro Eremo.

Dopo un lungo cammino storico-liturgico, il 9 giugno 1668 la Santa Congregazione dei Riti permise all’Ordine di celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine, che vanno dalla profezia di Simeone, pronunciata durante la presentazione al Tempio del piccolo Gesù, fino al pianto della Madre ai piedi della croce. Nel medesimo decreto si sottolinea che i Servi di Maria portano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.

Inizialmente il culto dell’Addolorata era collegato alla Settimana Santa, poi è nata la sua festa, originariamente celebrata il venerdì prima della Settimana Santa o dopo la Pasqua ed infine è stata fissata il 15 settembre, in rapporto alla festa dell’Esaltazione della Santa Croce, celebrata il giorno precedente.

Per la comunità dei Servi di Maria è l’occasione di ricordare anche un confratello, il Servo di Dio Andrea M. Cecchin (1914-1995). Uomo capace di grande sensibilità e amicizia, religioso di fede robusta e di pietà non affettata, instancabile lavoratore nonostante una fragile salute, di grande edificazione nel santuario di Monte Berico, al cui servizio si dedicava con amore e fedeltà, ricercatissimo come guida spirituale illuminata e concreta. Quando gli venne diagnosticata una grave malattia, rispose con fede “Ora sono proprio nelle mani di Dio” e continuò il suo servizio tranquillo e solerte fino al giorno della morte, il 15 settembre 1995 a Vicenza. È sepolto nella cripta accessibile dal chiostro del santuario.

Per approfondire: https://www.santiebeati.it/dettaglio/95293

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